Le bad bank nazionali possono aiutare i paesi europei a fronteggiare la crisi economica post Covid? Antonio Cataneo, country manager di Axactor Italy, gruppo multinazionale specializzato nel credit management, sostiene che «la creazione di bad bank nelle quali trasferire i crediti deteriorati potrebbe essere una mossa vincente». Una soluzione caldeggiata dal vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, favorevole alla creazione non di un’unica bank europea, ma di una rete di veicoli nazionali in grado di rispondere alle peculiarità normative e procedurali che, in ciascun Paese, regolano l’azione di recupero dei crediti. «Come realtà internazionale del settore del debt management, lo vediamo quotidianamente – precisa Cataneo – La strategia migliore è quella di mantenere le specificità locali in tema di normative applicate, modalità di gestione del credito, tipologia di finanziamento».
D’altra parte, quello dei Non Performing Loans (NPL), i crediti deteriorati che pesano sui bilanci delle banche, è un problema destinato a emergere già in questo 2021 in tutta la sua evidenza. «Sono aumentate le difficoltà non solo dei privati ad arrivare a fine mese, e quindi a ripagare i propri prestiti e finanziamenti, ma anche delle aziende, che necessitano ora di nuovo credito per controbilanciare la significativa riduzione del fatturato – spiega Antonio Cataneo – Queste esigenze potrebbero innescare una reazione a catena con le banche che, anche a seguito delle nuove direttive europee in tema di default, vedranno inevitabilmente deteriorarsi i propri attivi e dovranno quindi riclassificare come “deteriorate” diverse posizioni, subendo così un peggioramento del proprio rischio di credito». L’appesantimento dei requisiti patrimoniali richiesti alle banche, la progressiva contrazione dei consumi e degli investimenti e le nuove difficoltà di accesso al credito, potrebbero quindi causare il più significativo rallentamento dell’economia europea dalla crisi del 2008.
«Per questo ritengo sia di vitale importanza cercare di intervenire attraverso la creazione di “scatole”, le bad bank appunto, per salvaguardare la parte sana delle banche – conclude Cataneo – Sarebbe la soluzione giusta per sostenere l’economia e per evitare una nuova riduzione del PIL e la perdita di posti di lavoro».