Cherry Bank:Cherry Bank accelera lo sviluppo della divisione Wealth Management

01/09/2022

Cherry Bank accelera lo sviluppo di una nuova unità di business, dedicata al Wealth Management. L’istituto di credito, già operativo sul mercato con servizi specializzati nel credito per privati e imprese, acquisto crediti fiscali e gestione distressed credit, è pronto a lanciare a sei mesi dalla sua nascita un piano per la creazione di un nuovo pool di professionisti nella gestione del risparmio. Il piano, in particolare, prevede un programma di assunzioni di un centinaio di private banker, per la formazione di team da dislocare nelle zone già presidiate dalle filiali della banca (Padova, Mestre, Treviso, Verona e Vicenza) e in altri territori target per disponibilità di ricchezza, con l’obiettivo di creare una boutique per risparmiatori e imprese.

«Fin dall’inizio ci siamo definiti una “human bank” – afferma Giovanni Bossi, CEO di Cherry Bank – perché mettiamo il valore delle persone al centro del nostro modello di business, sia all’interno della Banca, sia verso l’esterno, nel rapporto con il cliente. In linea con questo principio, abbiamo a piano un importante investimento sulle risorse. Se siamo consapevoli che per molte operazioni la digitalizzazione è ormai necessaria, riteniamo che per la gestione dei risparmi, specialmente per conto di una clientela upper affluent, private e high net worth individual, la professionalità del consulente e la capacità di creare relazioni di valore con le persone restino requisiti fondamentali».

Cherry Bank, in particolare, si sta orientando verso la predisposizione di due opzioni di servizio, uno semplificato e uno avanzato, il primo offerto gratuitamente, il secondo con il pagamento di una “fee on top” calcolata percentualmente in base al controvalore di portafoglio e con contestuale riconoscimento al cliente di eventuali commissioni incassate dalla banca.

«Tra il 2019 e il 2021 la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è aumentata di 334 miliardi di euro (+7%), sfiorando il tetto dei 5.000 miliardi – prosegue Giovanni Bossi –  risparmi che giacciono nei depositi e che, se da un lato rappresentano un’opportunità di business per le banche, dall’altro possono essere risorse fondamentali, se ben indirizzate, per la ripresa economica del Paese».

 

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