Sono 25 le aziende fintech italiane che operano nel settore del credito deteriorato per offrire soluzioni tecnologiche ai player del mercato. A censirle, l’osservatorio NPE Tech Community, promosso dalla startup fintech Cherry srl, in collaborazione con Università Ca’ Foscari di Venezia e Assofintech, con l’obiettivo di dare visibilità a modalità di lavorazione, idee e processi innovativi da poter innestare nella filiera della lavorazione del credito deteriorato nel mercato italiano NPE.
Il comitato scientifico della Community, composto da Giorgio Bertinetti, Professore Ordinario di Finanza Aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, e Federico Beltrame, Professore Associato, ha condotto una ricerca somministrando alle 25 società in questione (Blinks, Blockinvest, Cherry, CRIF, Datasinc, doData, doLook, Genius Analytics, Juris Net, Invenium Legaltech, Manteia, Markagan, Neprix, NPL Markets, NPLs Resolution, NPlus, Recredito, Sparta.AI, TXT Markets, Urban Data Analytics, Valore Condiviso, Value RE, Vivocha, MyNPL, Wizkey), un questionario con domande finalizzate alla raccolta di informazioni sul profilo aziendale, le caratteristiche dell’attività, la composizione del portafoglio gestito o servito e la tipologia di clientela servita.
Dalle società rispondenti è emerso che, mediamente, si tratta di realtà attive sul mercato da 4 anni, che impiegano una decina di dipendenti (da un minimo di due, a un massimo di 21) e che la prevalenza degli occupati è composta da laureati in ingegneria e, in subordine, in economia.
Le imprese che si occupano di crediti deteriorati si focalizzano maggiormente nella fornitura di supporti di tipo gestionale, inteso in senso allargato, come ad esempio la gestione di piattaforme dedicate (per la compravendita di crediti, oppure per agevolare l’operato di esperti legali). Il 22% degli intervistati, invece, si colloca su aspetti più tipicamente di valutazione delle posizioni, come ad esempio l’analisi del merito creditizio e la previsione del degrado del credito. Solamente una parte minoritaria dichiara in maniera esplicita
di occuparsi della riduzione tramite il pricing dei crediti deteriorati.
Quanto al tipo di crediti gestiti, nel 56% dei casi si tratta di sofferenze, nel 32% di Utp, mentre i crediti in bonis, quelli in stage 2 e quelli due sono una minoranza. I portafogli gestiti sono in media soprattutto garantiti e con una particolare propensione verso il medio e
lungo termine 88%, rispetto agli affidamenti rateali a breve (4%) e gli affidamenti rotativi (8%). La tipologia di debitori si concentra prevalentemente nel comparto imprese (53%) e privati (38%), mentre a livello di clientela servita si tratta di intermediari bancari e studi legali.
Nella Sezione Allegati, è disponibile per download il report integrale della ricerca