Italia terzultima in UE per pagamenti cashless: i dati del Rapporto Cashless 2022 di Ambrosetti

31/03/2022

Aumentano gli italiani che usano sistemi di pagamento digitali, ma l’Italia precipita in fondo alla classifica dei paesi europei per numero di transazioni cashless pro capite, registrando un andamento opposto alla media europea. Emergono dati contrastanti dal settimo rapporto della Community Cashless Society 2022, presentato oggi a Cernobbio da The European House – Ambrosetti.

«Anche quest’anno, l’Italia si conferma un paese fortemente cash-based e ci posizioniamo tra le 30 peggiori economie al mondo per cash intensity con un valore del contante in circolazione sul PIL pari a 15,4 per cento» afferma Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti. «Tuttavia, ci sono anche alcune buone notizie: ad esempio, emerge che oltre 7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless (in aumento di 13,1 p.p. rispetto al 2020) e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro. È necessario però accelerare la transizione verso la #CashlessRevolution e a tal fine abbiamo individuato 9 proposte di policy, che si pongono l’obiettivo non solo di promuovere i pagamenti elettronici, ma anche quello di ‘abituare’ i cittadini all’utilizzo del cashless nella quotidianità, ad esempio nei settori della mobilità e del turismo».

In ambito europeo, l’Italia si attesta al terzultimo posto nel 2020 per numero di transazioni pro capite: il dato si ferma a 61,5, addirittura diminuito rispetto all’anno precedente (61,7). Solo Romania (53) e Bulgaria (31) fanno peggio, con una media europea che si attesta a 142 e il Paese best performer, la Danimarca, che arriva a 379 transazioni pro-capite nel 2020. Diminuisce dell’1,4 per cento il valore complessivamente transato con carte di pagamento e prepagate, pari a 253 miliardi di euro. Gli ostacoli principali alla diffusione del cashless restano i timori per le frodi – anche se le transazioni digitali vengono ritenute più sicure del contante – e i problemi nell’accettazione riscontrati l’anno scorso da almeno un italiano su quattro.

L’edizione 2022 del rapporto presenta inoltre, per la prima volta, i dati del sondaggio somministrato a circa 400 aziende italiane. Solo poco più di 1 azienda su 2 (il 56,3 per cento) ha attivato canali digitali per gestire ordini e transazioni con altre aziende (e-commerce B2B) e 1 su 4 (il 24,9 per cento) non ha attivato alcun canale e non sta, ad oggi, valutando questa opzione, mentre il restante 18,8 per cento, pur non avendo ancora attivato alcun canale di e-commerce B2B, sta pensando di attivarlo.

The European House – Ambrosetti, infine, ha identificato 4 aree di intervento del Pnrr che potrebbero avere effetti a cascata sui pagamenti elettronici, evidenziando per ciascuna di esse il numero di transazioni cashless e il valore transato cashless generabile dall’investimento previsto: la digitalizzazione della pubblica amministrazione; la digitalizzazione del turismo; il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale; la digitalizzazione della sanità. Gli investimenti del Pnrr potrebbero contribuire a invertire la tendenza e generare quasi 800 milioni di transazioni digitali aggiuntive, per un controvalore superiore ai 27 miliardi di euro.

Di seguito, nella sezione Allegati, il comunicato stampa integrale e la sintesi del rapporto con i dati chiave.

Allegati

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